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A cura della Sezione femminile della Direzione del Pci Via Botteghe Oscure, 4 • Roma
· Siamo donne comuniste. Abbiamo scelto il Pci per realizzare il nostro desiderio di fare politica, perché cambi la nostra condizione ed il mondo in cui viviamo. Per noi fare politica è un impegno quotidiano che vogliamo intessuto qi intelligenza e passione, di concretezza e idealità. E nostro intendimento verificare le nostre scelte, le nostre battaglie e fatiche nei mutamenti positivi che riusciamo a conseguire nella vita delle persone. Il giorno per giorno e la dimensione del futuro, le piccole cose ed i grandi problemi del mondo sono le ragioni del nostro interesse, del nostro impegno, delle nostre battaglie.
Guardare lontano ed agire nella quotidianità: così intendiamo praticare il nostro impegno politico. La militanza nel nostro partito non ci fa dimenticare che apparteniamo ad un sesso con una .storia e una condizione sua propria che impone necessità, urgenze e scelte particolari.
Abbiamo imparato che in politica le scelte portano un segno di classe e di sesso.
Spesso la volontà di perseguire un interesse generale, che valga per tutti, rivela la dimenticanza del sesso che non si nomina: quello femminile.
Crediamo che un reale progetto di trasformazione della società comporti il dare nome alle necessità e ai propositi di donne e uomini, perché si incontrino o scontrino, per comunicare, per definire insieme reali interessi comu9 ni. Ma perché le donne siano nominate è nece'ssario che esse stesse diano voce ed autorità ai propri bisogni ed ai propri desideri e che questi diventino fatti e proposte politiche. E questo è impensabile senza che le donne, nel loro pensare, progettare e fare politica, si riferiscano alle donne, stabiliscano tra loro una comunicazione e una forte relazione. Solo così è possibile vivere l'appartenenza politica in posizione di forza e non di debolezza.
Costruire la forza delle donne è un impegno che dobbiamo a noi stesse e al partito in cui militiamo. Con la forza delle donne è possibile costruire «la società umana» nella quale le donne, in quanto donne, e gli uomini, in quanto uomini, possano riconoscersi pienamente. Per questo vogliamo essere in tante a fare politica nel Pci e riconoscerei come donne in ogni sede o campo della nostra attività. D'altra parte le scelte e i valori espressi dalle donne sono oggi uno dei fondamenti e una delle più profonde ragioni d'essere della sinistra e del Pci.
In questi anm a nostra vtta e cambiata: le donne progettano il loro futuro, lo pensano come futuro sociale e non più solo privato.
Le donne lavorano. Le donne vogliono lavorare anche quando e dove tutto contribuirebbe a scoraggiare tale desiderio.
Il lavoro è diventato per le donne una componente importante della propria identità e della propria vita. Le donne hanno affermato e imparato a vivere il proprio diritto alla sessualità, hanno proposto e praticato il valore della libertà responsabile nella sessualità e nella procreazione. Hanno misurato, spesso con amarezza, la complessità di questo percorso, gli ostacoli sociali e culturali che ad esso si frappongono. Inoltre, molte oggi vivono un conflitto acuto fra una coscienza di sé diversa dal passato, la consapevolezza dei diritti acquisiti e le opportunità che la realtà offre. Una lO realtà avara per molte, che accentua le diseguaglianze sociali.
La condizione delle donne che vivono nel Mezzogiorno, la povertà che colpisce molte donne, la situazione di tante donne sole e di tante donne anziane ci caricano di responsabilità.
In questi anni le donne, facendo politica, a partire dalla comune oppressione di sesso, hanno acquisito la coscienza della differenza sessuale.
Noi oggi vogliamo guardare la realtà delle donne nella sua complessità: nella miseria e nella debolezza di una condizione socialmente svantaggiata, ma anche nella ricchezza e nella forza di una soggettività femminile non indifferenziata, che si presenta in una pluralità di espressioni.
Abbiamo riconosciuto le disparità, di condizione e di forza esistenti tra noi. Esiste la faccia ingiusta della disparità quella che sancisce fra le donne le diseguaglianze sociali e culturali. Denunciamo la disparità quando è ingiusta.
Riaffermiamo che l'emancipazione e la liberazione sono un percorso di tutte, nell'interesse e nel bene di tutti.
Per definire il nostro comune interesse e progetto, è necessario però partire dall'esperienza di ciascuna di noi, da ciò che di essa ci unisce e ci divide.
Per questo vi interpelliamo: per conoscere le vostre opinioni e per costruire insieme le nostre proposte e sviluppare le nostre battaglie.
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SCHEDA N. 1 LA PACE
I nostri impegni per la pace, contro la guerra e la sua cultura, per la pienezza della vita, non vogliamo affidarli a un futuro lontano, ma farli vivere subito, in questo mondo lacerato e difficile. fnnanzitutto diciamo no alle guerre stellari. L'iniziativa di difesa strategica non è un fatto difensivo, ma indica una volontà aggressiva; inoltre ingoierebbe ulteriori risorse, umane e materiali. L'Europa può e deve dire no. Il governo italiano, che ha già fatto delle scelte gravi, deve modificarle.
Inoltre proponiamo di:
- Sviluppare, assieme alle donne degli altri paesi europei, iniziative tese a ottenere: la riduzione progressiva, fino alla totale eliminazione, delle armi atomiche, biologiche e chimiche e l'immediata sospensione degli esperimenti nucleari; l'avvio nel frattempo della creazione di zone libere da armi nucleari in Europa; un'azione della Comunità e dei governi europei per favorire le intese tra le grandi potenze nucleari e per sollecitare la soluzione dei conflitti che minacciano il Mediterraneo.
- Affermare, per donne e uomini, la possibilità e il diritto di far sentire la propria voce nelle decisioni fondamentali che riguardano la vita dell'umanità: ad esempio, modificando la Costituzione per introdurre il referendum consultivo su queste materie.
- Promuovere, tra i bambini e i ragazzi, la cultura della pace, della solidarietà, della cooperazione, anche attraverso la scuola.
- Ridurre le spese militari per accrescere le spese sociali.
- Costruire una miriade di iniziative locali, piccole e grandi, in grado di esprimere l'impegno quotidiano delle donne.
Per cambiare il rapporto Nord-Sud e la vita delle donne in altre parti del mondo, vogliamo batterci perché vengano finanziati prioritariamente, in Italia e in Europa, i progetti che possono mutare in meglio la vita delle donne, quelli destinati a promuovere lo sviluppo autonomo di ciascun paese, a valorizzarne le risorse umane, naturali e culturali.
Anche le donne sono una grande risorsa per lo sviluppo. Sono loro a lavorare in agricoltura ed è a loro che va garantita formazione, assistenza tecnica, credito; sono loro le più interessante ai programmi per portare l'acqua, arrestare la deforestazione, diffondere strutture sanitarie e scuole. Sono loro a pagare in prima persona la mancanza di tutto ciò.
Per cambiare il rapporto Nord-Sud e la vita delle donne dall'altra parte del Mondo, proponiamo un grande progetto di piccole cose.
Quanto oggi i paesi del Nord non fanno per il Sud del Mondo può diventare un nuovo obiettivo delle donne.
Cambierebbe lo stesso modo di fare cooperazione e sviluppo se le donne - da qui - si impegnassero per la costruzione nei villaggi di una pompa per il pozzo o di una farmacia, secondo una mappa di necessità e in rapporto diretto con chi dovrà utilizzare queste strutture in modo autosufficiente, e con lo studio e l'impiego di tecnologie adeguate. Di questo vogliamo discutere con le donne e in , particolare con quelle impegnate nelle strutture pubbliche come nelle organizzazioni non governative e nel volontariato, per la cooperazione allo sviluppo.
Su queste proposte esprimete le vostre considerazioni:
Scheda n. l " ____________________________________________________________________________________________
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Spedire a: Sezione femminile Pci, Via Botteghe Oscure, 4 - 00186
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