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i "Polacchi"

di Tiziana Buccarella

                           

 

Oggi è venerdì e spesso nella mia mente il venerdì fa il paio con il lunedì benchè siano uno l'inizio e l'altro la fine della mia settimana lavorativa e quindi ispiratori di umori mattutini diametralmente opposti, ma spesso accade, come oggi che ho iniziato a preavvertire la Primavera, che il ricordo allarghi le mie narici fino a sentire l'odore pulito e frizzante della mia giovanissima femminilità mischiarsi con quello non bene identificabile dei panni usati delle bancarelle del mercato e più specificatamente delle robbbe dei Polacchi.

 

L'appuntamento del lunedì e del venerdì era fisso con Patrizia poi con Rita e poi lì ci si incontrava  con la Rossella la Gabriella e le altre con cui si faceva a gara amichevolmente ma con destrezza felina all'accaparrarsi i capi-per così dire- più belli e preziosi a cui avremmo magari apportato le giuste modifiche. Tornate a casa con le buste di nylon stracolme di " favolose camice indiane ricamate o gonne lunghe e gilet di panno o caldi maglioni oversize oppure le famosissime e odorosissime giacche di renna- borse sciarpe etcetcetc.immergevamo  i capi nell'acqua calda con detersivo profumato nel vano intento di eliminare l'odore dolciastro del disinfettante che invece persisteva e fagocitava come un avvoltoio ogni altro odore prevalendo su tutte le essenze all'ambra o al sandalo o al patchouli o su qualsiasi  jasmine intenso delle quali abbondavamo  disperatamente, o al massimo si ritraeva un poco per congiungersi in un afflato eterno, pregno e denso di odori misti oltrechè anche un pò mistici- che ci accompagnava ovunque come un gemello siamese.

 

Bisogna pure ad onor del vero ammettere anche qualche sconfitta e riconoscere che molte delle scelte esclusive fatte con cotanto neofita entusiasmo, lavate e indossate, allo  specchio erano davvero troppo “lisergiche” e quindi venivano tristemente declassate e accantonate in un angolo dell’armadio con la promessa, e la inconfessata coscienza di non mantenerla, di venire riprese e riumanizzate al più presto; ecco che rimasero quindi, diciamo per anni, a fare da cuscino morbido per la gatta e da “deodorante” per armadi fino a trovare la loro destinazione finale con dolorosa eutanasia nella spazzatura o venire miracolosamente riesumate in brevi barlumi di vitalità carnascialesche.

 

Tutto il resto di panni colorati- gonnone lunghe sabot tipo olandesi con calzettoni colorati scialli e sciarpe gilet collane lunghe orecchini cavigliere etc facevano parte del nostro regolare guardaroba quotidiano….

 

A noi ragazze di allora Liu Jo -Desigual e tutti i freakfashionstyle ci facevano e ci fanno un baffo- finto!

 
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