Storia

Pinelli, una finestra sulla strage - Camilla Cederna

12 dicembre 1969
la strage infinita

 

|di Camilla CedernaPinelli, una finestra sulla strage, 1971

Mezzanotte è passata da poco, ma è difficile dormire bene dopo una giornata come quella del 15 dicembre 1969, dopo il funerale delle vittime della Banca dell’Agricoltura (1). Come se tutta quell’angoscia fosse entrata nelle ossa insieme a una nebbia mai vista che rendeva bassissimo il cielo e nero il mezzogiorno. E con ancora nelle orecchie l’eco dei singhiozzi delle famiglie mentre il coro delle voci bianche pregava Dio di aprire le porte del cielo ai loro parenti straziati. Poi quel silenzio compatto, monumentale, che aveva salutato le bare sul sagrato, quei grappoli oscuri di gente ai balconi e alle finestre, quel tappeto di folla immobile e buia nel buio che copriva tutta la città paralizzata, una quantità di gente venuta da lontano a circondare il Duomo, visi chiusi, espressioni sgomente, un dolore unanime e una tensione quasi fisicamente percepibili.

Cinque ore in Duomo in piedi a un banco per meglio vedere e sentire, un’ora in giro dopo, a casa a scrivere uno degli articoli più difficili di una lunga carriera (dovevo cominciare dalle bombe del 12, da tutto quel sangue, i rottami, i carabinieri che svengono, il sindaco (2) che esce dalla banca col viso color terra, i parenti che vengono portati via piegati in due con la faccia tra le mani, i racconti degli scampati, il volo dei corpi mutilati sotto la cupola del salone, ecco la guerra, i bombardamenti, il caos, il massacro, il macello, ecco l’odor di guerra, di sangue caldo e di polvere da sparo, di carne bruciata e di zolfo). E adesso a letto col sonno che non arriva.

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Anna Rossi Doria


L'intervento di Anna Rossi Doria, femminista e storica, scomparsa a Roma il 14 febbraio 2017, in un un convegno sul femminismo e sulle femministe in Italia negli anni Settanta tenutosi il 22 novembre 2014 presso il Centro delle donne di Bologna .

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1917 - Una rivoluzione nata l’8 marzo

Russia 1917, la rivoluzione nasce il giorno della festa della donna

In febbraio (marzo per il nostro calendario) operaie e madri di famiglia scesero in piazza contro la guerra, poco dopo lo Zar abdicò e fu arrestato
 
       
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Renata Fonte

 

Renata Fonte, uccisa il 31 marzo 1984 a causa del suo impegno politico a tutela dell’oasi di Porto Selvaggio (LE), insegnante, madre di due bambine e attiva in numerosi ambiti del sociale, era anche iscritta all’U.D.I.  di Nardò, una sede particolarmente attiva e vicina alle campagne del movimento femminista.

Iscrittasi al Partito Repubblicano negli anni '80 si candidò nelle elezioni amministrative della sua città, come fecero altre donne in quegli anni, nei ''partiti laici'' dell'epoca.

Fu eletta e nominata assessora ma un mandante, ancora ignoto, armo' i sicari che la uccisero: fu un delitto di mafia, ad oggi il solo assassinio politico riconosciuto a carico della mafia pugliese.

Nel video sopra l'edizione integrale del film che quei fatti racconta:

 

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